venerdì 30 settembre 2011

Lascia o Raddoppia


Oggi è un grande giorno per la democrazia italiana. Oggi, 30 settembre, scade il termine ultimo per consegnare le firme per la proposta di iniziativa popolare sul Referendum per abolire l'attuale legge elettorale, la così denominata Porcellum. La raccolta firme, proposta da IDV, PD, SEL e altri partiti indipendenti, oggi, finalmente, sono state depositate le firme, che, a detta dei leader dei partiti precedentemente elencati, sarebbero addirittura più del doppio delle firme necessarie per richiedere il referendum. Infatti circa un milione e duecentomila sono state le firme raccolte in questi pochi giorni in cui si è aperta la campagna di raccolta. Notevole è stata l'adesione della popolazione che ha permesso il raggiungimento della quota in poche settimane, anche grazie alla pubblicizzazione di fonti televisive (La7 e Rai3) e di altri mezzi di informazione ma soprattutto attraverso internet.
Oggi però è un giorno importante per la democrazia perchè questa mattina la Confindustria ha presentato il Manifesto degli industriali. Questo manifesto segnala una grande volontà di cambiamento da parte degli industriali e di tutta l'industria italiana, mostra come loro siano i primi a parlare di sacrifici pur di salvare il sistema Italia. Nel manifesto si leggono 5 punti che la Confindustria propone per dare un colpo di reni e riuscire a risollevare il mercato. Il leader degli industriali, Emma Marcegaglia, lancia un ultimatum al governo, parla di riforme in tempi brevi o la Confindustria potrebbe abbandonare il tavolo.
Il manifesto lo potete trovare, in versione integrale, su questo sito. Come si buon ben leggere a pagina 2, dopo una breve introduzione e descrizione della situazione italiana, i cinque punti sono molto interessanti e molto fattibili.

La Marcegaglia "mostra" i muscoli
1) Spesa Pubblica e riforma delle pensioni: Gli industriali chiedono che si intervenga sul sistema di Spesa Pubblica cercando di <<intervenire con decisione sui costi della politica e sugli apparati istituzionali>> e che tale gesto non solo ha un importante valore morale ma che aiuterebbe a <<migliorare l’assetto
dello Stato e le sue performance>>. Sulle pensioni la Confindustria spiega in modo molto dettagliato e motivato cosa bisognerebbe fare introducendo uno schema che elenchi una vera e propria riforma pensionistica (Pag.5). Insomma <<È quindi evidente che la riforma delle pensioni è indispensabile per contribuire a stabilizzare il debito pubblico, oltre che a rendere meno iniquo il rapporto fra generazioni, a fronte del fenomeno, comune a tutti i paesi ma particolarmente accentuato da noi, dell’invecchiamento della popolazione>>. Su quest'ultimo punto il governo rischia di aprire un fronte interno tra PLD e Lega, quest'ultima, infatti, sta lottando per non far toccare le pensioni con la riforma.
2) Il secondo punto riguarda la Riforma fiscale, qui il manifesto è molto chiaro, bisogna aumentare il controllo sull'evasione fiscale e creare una dichiarazione del patrimonio obbligatorio per tutti e una diminuzione della pressione fiscale verso le famiglie. Inoltre si parla di introdurre la moneta elettronica con l'obbligo di utilizzo per spese superiori a 500 euro. << È essenziale agire oltre che sulle aliquote anche sulla complessità dell’ordinamento fiscale e sull’incertezza del diritto tributario>> prosegue il manifesto, che ritiene quest'ultimo passaggio essenziale a finche si tornino a creare posti di lavoro ed investimenti, attualmente scoraggiati dalle tasse. A pagina 8 e pagina 9 troviamo uno schema riassuntivo di tutte le manovre da attuare, ma su questo punto avrei da ridire sul picco dei 500 euro dopo la quale dovrà, secondo il manifesto, esserci l'obbligo di acquistare con carta di credito. Come è ben noto, la tecnologia attuale ha dei costi, basti vedere alcuni telefoni, computer e quant'altro, quindi un ragazzo, che vuole acquistare un determinato cellulare, non può farlo autonomamente in quanto questi hanno un costo che si aggira sui 600 euro. Forte il tetto di 1000 euro è più che sufficiente onde evitare l'utilizzo delle carte elettroniche anche nelle piccole spese.
3) Il terzo punto Si concentra sulle cessione del patrimonio pubblico, necessarie perche << Per sostenere la credibilità e la competitività del sistema‐Paese occorre un piano
immediato di cessioni del patrimonio pubblico ‐ mobiliare e immobiliare ‐ per
ottenere un rapido abbattimento dello stock di debito pubblico e ridurre l'enorme
perimetro della manomorta pubblica sull'economia italiana>>. Si parla anche di privatizzazioni delle servizi pubblici locali. Su questo c'è molto da valutare, ricordando che tra i patrimoni pubblici ci sono anche monumenti come il Colosseo e io la vedo dura a privatizzare il vecchio e storico simbolo della città di Roma.

4) A pagina 10 si parla delle liberalizzazioni e sulle semplificazioni che coinvolgono i servizi e dei trasporti pubblici, liberalizzare le attività economiche, liberalizzare i servizi professionali, regole omogenee per le attività di impresa semplificare tutta la macchina burocratica con mezzi già esistenti e creandone altri che necessitano.

5) Infine, l'ultimo punto, Si parla di infrastrutture ed efficienza energetica. Si parla di <<riprogrammazione>> dei fondi che vengono utilizzati per la gestione dello stato, rivedendo in particolar modo quelli del Mezzogiorno. Inoltre si parla di investimenti in strutture e in mezzi, aumentando gli standard per avere una maggior tecnologia. Infine la sensibilizzazione sui comportamenti di consumo energetico responsabili.

Insomma, quello della Confindustria, è un vero e proprio programma di governo, in queste 15 pagine si parla di riforme che se attuate potrebbero risollevare il paese dalla difficile situazione economica e gli industriali pare abbiano tutte le volontà che questo accada. Loro hanno abbastanza potere da poter dare una spallata alla politica e potrebbe portare anche ad una caduta del governo nel momento in cui farebbero mancare il loro appoggio. Si è creata una situazione in cui sembra che possa cambiare tutto, da una parte il manifesto, dall'altra i referendum, potremmo sentir parlare ancora una volta, in modo molto sarcastico, di una nuova Rivoluzione D'ottobre.

mercoledì 28 settembre 2011

Questione Romano

Ho voluto aspettare fino all'esito della votazione che ha visto al centro del dibattito la sfiducia del ministro all'agricoltura Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, insomma, non certamente qualcosa da niente. Ho seguito tutta la discussione alla Camera, il cui risultato scontato, nella quale, tra i vari partecipanti alla discussione, ho sentito a cose imbarazzanti, come la dichiarazione del leghista Sebastiano Fogliato, che intervenendo durante il dibattito ha esordito con la frase "Al mondo agricolo della odierna mozione di sfiducia, contro cui voteremo, non frega nulla" per poi proseguire con più di dieci minuti a parlare di richieste di un'eventuale riforma dell'agricoltura. Immediatamente il parlamento si è trasformato nel consueto "stadio" in cui gli "spalti" dell'opposizione sono stati riempiti da volantini in cui si attaccava il ministro o la Lega stessa. Dall'altro lato, nel momento in cui il portavoce del PD Sora ha cominciato il suo discorso, è stato riempito di fischi e hanno impedito al deputato di enunciare il suo discorso. Insomma, come sempre, l'aula del parlamento, che dovrebbe rappresentare il paese, si trasforma in qualcosa di molto simile ad uno stadio.
A parte il dibattito, vorrei  portare alla luce due piccole questioni, una politica e una morale. La prima, quella politica, è quella che ha visto coinvolta soli sei deputati dell'opposizione, i sei esponenti dei radicali alla camera, che si sono rifiutati di votare, quindi si sono astenuti, per protestare il no unanime che si è avuto in senato ad un'amnistia. Di qui la rabbia di Rosy Bindi che si è sfogata con l'esponente del suo stesso gruppo Letta per poi accanirsi contro i sei radicali. Cosa divertente, perchè il PD, che è stata una delle due forze politiche che hanno chiesto il voto di sfiducia con la modalità del voto segreto, nella speranza che qualcuno della maggioranza si sentisse più sicuro e votasse contro la fiducia al ministro, voleva cercare i voti di qualcuno che la pensasse diversamente dagli "ordini" del partito.
Ed ecco, proprio degli ordini di partito che volevo parlare, con la questione morale intendevo proprio questo. C'è questa mania, da parte della politica, di creare degli schieramenti politici sui voti. Il partito decide se il singolo deputato debba votare si o no su qualsiasi discussione importante. Il partito ti ordina di effettuare un tipo di votazione e tu, singolo deputato, non puoi permetterti di disubbidire altrimenti si rischia di essere radiati dal partito o altro. Quando un elettore vota un candidato, l'elettore lo vota per ciò che dice, per ciò che pensa e alcune volte anche per il partito che rappresenta. Qui sembra invece che l'elettore voti il partito e non il candidato, rendendo le elezioni un qualcosa che perde completamente valore.
Vauro reinterpreta Giuseppe Pellizza da Volpedo, il manifesto verrà esposto durante il dibattito dai banchi dell'IDV
Concludo con un ultima annotazione, oggi, durante la votazione, erano presenti  609 deputati ma tra i banchi dei due schieramenti c'erano molti assenti, tra di essi il ministro degli interni Maroni. Maroni ha, per anni, denunciato le infiltrazioni mafiose  all'interno delle istituzioni, più volte ha utilizzato il suo potere di sciogliere consigli comunali per infiltrazioni mafiose e sventolando la sua battaglia alla mafia in ogni luogo in cui è andato. Bene, il ministro Maroni, che ieri sera si era pronunciato contro la sfiducia di Romani, oggi non era neanche presente in aula, disonorando il suo ruolo di ministro dell'interno.

lunedì 26 settembre 2011

Nuda e cruda

Questa è stata un estate calda, calda in tutti i sensi, dalle temperature elevate del clima alle temperature elevate nelle sale dei tribunali. Da qualche mese a questa parte si sono susseguiti vari processi e scandali, da quello della casa di Tremonti al caso Penati per finire con i festini ad Arcore e il giro di ricatti e prostituzione di Tarantini.
Durante questi ultimi due scandali, il ruolo del gentil sesso è stato molte volte portato al centro della discussione. Le persone di palazzo e molta gente normale ha aperto gli occhi e si è indignata davanti a ciò che il giro di escort e favori che si era creato attorno alla figura del Presidente del Consiglio e di persone che lo ricattavano ha sconvolto completamente tutta la politica italiana e internazionale.
Le donne italiane si sono sentite umiliate da questo teatrino che si è venuto a creare, ci sono state manifestazioni di protesta, tra le tante la più importante, quella che portava il nome del proprio slogan, quella di "Se non ora, quando!". Le donne e si, le donne che hanno protestato e che hanno annunciato che il proprio corpo non è una merce e che non è giusto che il mondo veda la donna come oggetto a fine sessuale o etichetta, e si sorprendono quando sentono che le nuove generazioni sono disposte a concedersi per soldi o favori.
D'altro canto c'è chi, come Terry De Nicolò, che durante un'intervista rilasciata a L'ultimaparola, parla di come la donna debba sfruttare la condizione della bellezza e che quest'ultima sia <<un talento naturale>>. Da qui sono esplose migliaia di indignazioni, critiche e denunce a questo sistema.

Ora, io vorrei analizzare il fatto da un'altra angolazione, anzi tre:
vorrei analizzare la prima visione dei fatti dall'ottica di una giovane ragazza, di 18-19 anni, ma non una ragazza qualunque, una bella ragazza, di "ottima presenza" ma come contro ha il diploma con un punteggio di 70/100. Bene supponendo le condizioni precedentemente elencate, la ragazza, che chiameremo Geltrude (primo nome inusuale che mi è venuto a mente), sta cercando lavoro. Geltrude un giorno decide di utilizzare internet per cercare lavoro, e dopo vari siti finti (in linguaggio tecnico fake), finisce su un sito abbastanza affidabile e comincia a cercare la lista dei lavori. Tra i tanti, i più mettono, come requisito, il diploma delle scuole superiori, fin qui niente di sbagliato. Geltrude leggendo la breve descrizione dell'impiego, legge anche la scritta "sono richieste ragazze di bella presenza". Qui si ferma, guarda se stessa e, sorvolando l'autocritica, crede di essere di "bella presenza" e quindi manda il suo curriculum. Il resto, se verrà assunta o meno, sono dettagli irrilevanti.
Ora analizziamo il fatto da un altro punto di vista, di una ragazza normale, una di quelle che non sono bellissime ma in compenso ha preso un diploma con il massimo dei voti, anche lei ha 18-19 anni. Bene, anche questa ragazza, che chiamiamo Matilda, cerca lavoro e usa gli stessi mezzi di Geltrude e si trova gli stessi annunci sullo stesso sito. Matilda cerca di puntare sul suo diploma e sul suo studio durato anni e per la quale ha dovuto compiere molte rinunce. Quando comincia a leggere la descrizione del lavoro, anche lei si troverà la frase "sono richieste ragazze di bella presenza". A quel punto anche lei si sofferma e comincia a scrutarsi, sempre sorvolando il ragionamento  l'autocritica, si rende conto che non è una ragazza di quelle richieste e quindi rinuncia, per non perdere tempo, e torna a cercare. Infine, delle tante richieste disponibili per una ragazza con i suoi requisiti, riesce a trovare pochissimi annunci che non richiedano ragazze di "bella presenza". A quel punto, a parte la demoralizzazione, in lei cresce anche un senso di rabbia ed ingiustizia e fissando il suo diploma e i suoi sacrifici, si rende conto che in fondo, non serve a nulla.
Infine una terza visione della realtà, questa volta lasciamo il gentil sesso e prendiamo il punto di vista di un uomo, stessa età delle ragazze ma in questo caso la bellezza non conta e che ha un diploma discreto, diciamo 90 su 100. Il ragazzo, che chiamiamo Ermenelgildo  ha grandi ambizioni per il suo futuro, cerca un lavoro allo stesso modo delle precedenti ragazze. Quando anche lui trova la scritto ""sono richieste ragazze di bella presenza" a lui scappa un sorriso e poi continua la sua travagliata ricerca per un lavoro. La sua è una ricerca ancor più difficile di Matilda perchè, oltre ad non essere una ragazza di bella presenza, non è neanche una ragazza, e quando si rende conto che alcuni annunci chiedono una donna e non uomini, capisce che la società è divenuta un qualcosa a cui bisogna tenere all'aspetto e non alla sostanza.
Passano gli anni, Geltrude lavora ormai da anni come commessa in un locale e ha abbandonato l'idea degli studi universitari già da tempo e guadagna circa 1000 euro al mese. Matilda ha completato il suo percorso di laurea ed è pronta per gettarsi nel lavoro con in mano un pezzo di carta che vale molto più  del suo vecchio diploma. Dopo moltissime richieste, con una laurea in mano, trova posto in un call center, guadagna 600 euro al mese e viene sfruttata da orari di lavoro strazianti. Tra una chiamata e l'altra, come in precedenza con il diploma, fissa la sua laurea, anch'essa con il massimo di voti, e comincia a piangere, piange perchè non è fortunata, non ha quel "talento" che è la bellezza, piange perchè avrebbe voluto avere una famiglia e far vivere bene i suoi figli e invece lavora 8 ore al giorno sottopagata. Ermenelgildo, invece, non ha continuato gli studi universitari in Italia, si è rifiutato di sprecare il suo tempo nel suo paese, ha imparato la lezione in pochi giorni, quando cercava lavoro. Ermenelgildo si è laureato all'estero, ha pagato poco il servizio universitario ed è riuscito a gestire i suoi tempi e a crearsi una vita e ora guadagna 2000 euro come ricercatore. Ogni tanto gli capita di guardare il suo vecchio paese e raramente torna a salutare amici e parenti e non ci sia giorno in cui smette di ringraziare la sua scelta di compiere gli studi all'estero.
Ora, tornando al discorso di Terry De Nicolò, quando dice che la bellezza è un "talento" da sfruttare, la colpa non è sua che denuncia questo ma della società che richiede questo tipo di condotta. Non sono qui per fare il finto moralista o il finto ingenuo, sono qui per mettere alla luce un discorso serio, il discorso che ormai si vede la donna come oggetto e alcune donne vogliono essere trattate come tale pur di avere un lavoro e infangando l'onore di quelle, come Matilda, che studiano per ottenere meno di altre. La società sta diventando sempre più un qualcosa di piatto, inutile e vuoto, ogni valore perde il suo senso nel momento in cui si entra nel mondo del lavoro.
I problemi della società vanno affrontati non solo con campagne moratorie, ma anche con controlli sulle società e attuando un sistema di merito in cui i soggetti che hanno eccellenze possano in qualche modo essere facilitati nel lavoro e che non si renda più lo studio un qualcosa di superfluo ed inutile.

venerdì 23 settembre 2011

Annozero può continuare...

La7 allarga il suo palinsesto e già punta ad inserirsi tra le tv di punta 
Da una settimana a questa parte, su La7, va in onda il programma di Corrado Formigli, ex inviato di Michele Santoro in Annozero. Il programma in questione si chiama Piazza Pulita ed è il solito talk show in cui si fronteggiano i soliti politici e cronisti di varie idee e, appositamente, opposte tra loro. I riferimenti del programma sono gli stessi che utilizzava Santoro: stesso modo di esporre la scaletta, stesso modo di creare dibattito all'interno della trasmissione, un piccolo monologo e una copertina per anticipare la sigla, gestione delle vicende. Il programma in questione va in onda, neanche a dirlo, il giovedi sera, rispecchiando gli orari del vecchio programma a cui Formigli ha lavorato per anni. Insomma, Piazza Pulita, è una trasmissione identica a quella che faceva Santoro fino a qualche mese fa, l'unica differenza è il rispetto che gli ospiti portano per Formigli. Infatti il conduttore del nuovo programma di La7 non ha il carisma e l'esperienza che ha Santoro e alcuni ospiti in studio lo trattano con superficialità, e in alcune occasioni utilizzando offese verso il conduttore che porge una domanda. Santoro invece riesce a portare gli ospiti dove vuole lui e a volte alza anche la voce per far tacere le discussioni e sa zittire chi lo accusa o infama il suo nome o quella della trasmissione. Insomma, la differenza tra Santoro e Formigli è che il primo sa far pesare gli anni di esperienza sulle spalle degli ospiti, cosa che il neo conduttore non riesce a fare e che saggiamente evita di entrare in discussione con l'ospite e si prende gli insulti pur di andare avanti con la trasmissione.
Annozero quindi si è trasferito su La7, con un nuovo conduttore e un nuovo nome. Ma oltre a trasferirsi, si è anche sdoppiato, infatti Santoro ha annunciato qualche settimana fa di creare un nuovo programma, Comizi D'amore, in cui lui riproporrà un nuovo modo di fare talk show, senza le pressioni date dalla televisione e senza dover rinunciare ad argomenti scomodi. In Comizi D'amore ci potremo aspettare un ritorno di molti personaggi della televisione italiana "radiati" dalle tv pubbliche, come Celentano, Guzzanti o Luttazzi. Sicuramente ritroveremo anche Travaglio e Vauro e soprattutto Sandro Ruotolo, fedeli di Santoro che lavorano sempre assieme da anni. Magari anche un Beppe Grillo e finalmente si potrà sentire un dibattito in cui partecipa anche lui e che risponde a tutte le critiche che muovono nei suoi confronti.
Al momento tutto quello che si può dire su Comizi D'amore sono solo supposizioni, le uniche cose certe sono la possibilità di contribuire alla realizzazione del programma attraverso una "beneficenza" da 10 euro in su e che tale programma verrà fatto sul modello di Raiperunanotte e su Tuttinpiedi. Inltre, notizia di ieri, la redazione del Fatto Quotidiano è diventato socio di questa trasmissione acquistando il 17.58% delle azioni. Infine, la trasmissione andrà in onda attraverso lo streaming web, sui canali del digitale, di Sky e su alcune tv regionali.
Vedremo se sarà possibile avere lo streaming delle puntate anche sul blog in modo offrire nuovi servizi chi ci segue.

Anche Bruno Vespa ha chiesto di andare a La7 ribadendo che lui vuole una trasmissione indipendente
 

mercoledì 21 settembre 2011

La Rai di Lei

Nei giorni scorsi si è assistito ad un vero e proprio abuso della televisione pubblica italiana. no, non parlo di programmi di Santoro, di Giovanni Floris e di Fazio, parlo di quella avuta dal duo Minzolini/Ferrare che dalle 8.25 hanno sostenuto una vera e propria crociata a favore di Berlusconi portando avanti le loro tesi e le loro distorsioni della realtà.
In seguito a questi due monologhi in difesa del Presidente del Consiglio il direttore generale di Rai Uno, Lorenza Lei, ha comunicato che per lei si potrebbe staccare anche la spina al TG1 ma che a deciderlo è il CDA della Rai.
La situazione che si è venuta a creare attorno a Minzolini è davvero pessima, il direttore del tg della prima rete ha subito continuamente critiche per le sue posizioni e per le sue vicinanze (sia personali sia nel tg da lui diretto) al primo ministro. Critiche che vanno sempre più aumentando anche in seguito agli eventi recenti con cui la Rai, pian piano, ha perso sempre più pezzi di grosso calibro e programmi di informazione di punta. Quelli che sono rimasti scarseggiano di contenuti o sono nettamente di parte, quindi chi paga il servizio pubblico ha sempre più pretese su chi dovrebbe informare sui fatti in modo imparziale, ovvero i tg.
Se potessero caccerebbero anche lui dalla Rai
Attorno alla faccenda, quindi, la Lei ha detto che non dipende da lei ma da CDA. Quando se ne andarono Santoro, Saviano e ora anche la Dandini, insomma, la Rai in pochi mesi ha perso tutti i programmi che alla Rai non costavano un centesimo ma che anzi fruttavano moltissimo. Bene, per queste trasmissioni e per queste persone la Lei poteva cercare di trattare per lasciarli al loro posto, in fondo non cravano spesa. Il CDA o si è venduto alla concorrenza (molto probabile) o non ha capito che trasmissioni di questo genere devono essere presenti in una rete pubblica.
Per non parlare del fatto che con l'uscita di questi programmi i palinsensti si sono svuotati, gli sponsor sono andati via e la concorrenza (La7) guadagna sempre più share fungendo da "centro di recupero dei giornalisti Rai". Insomma, arriva l'autunno, iniziano le stagioni televisive, la Rai non sa come sostituire i programmi, La7 cresce sempre di più, gli spettatori non vogliono più pagare il canone che continua a salire, la mia domanda legittima è: voi pensate veramente che gli italiano continueranno a sostenervi?

martedì 20 settembre 2011

Franco Di Mare - Casimiro Rolèx

Torno al discorso libri e torno con un inedito d'autore di Franco Di Mare, napoletano, classe 1955, giornalista e inviato di guerra, scrittore e conduttore televisivo, vincitore di due Oscar della tv per i suoi reportage sul fronte.
In questo libro, intitolato Casimiro Rolèx, l'autore descrive un ambiente a lui vicino, quello di Napoli. Sceglie Napoli per descrivere un degrado della popolazione e il romanzo gira attorno a un uomo, soprannominato appunto Casimiro Rolèx, che vive la sua vita compiendo scippi. Il personaggio però si limita allo scippo, senza utilizzare armi o entrare in organizzazioni malavitose, dalle quali si tiene lontano, perchè pensa ad all'ipotesi di un arresto dove lui, effettuando solo scippi, male che andava rischiava qualche mese di galera. Casimiro non agisce da solo, con lui ha un fidato amico e collaboratore di nome Gennaro
L'ambiente ben descritto è quello del furto e della ricezione, di come si studia una persona per capire se indossa oggetti di valore e di quanto sia difficile riuscire a fare il colpo.
Il protagonista, ad un certo punto, decide di effettuare un "salto di qualità" e lasciare l'aria aperta per dedicarsi ai furti sul Freccia Rossa, il treno di maggior lusso in Italia. Sul treno Camisiro osserva gli oggetti di valore e si rende conto che li ci sono molti oggetti da poter rubare, durante il giro di perlustrazione, nei vagoni della seconda classe, si accorge che c'è un uomo che lo osserva. Finge di non vederlo e prosegue avanti, superati un paio di vagoni si gira e si ritrova l'uomo dietro, che gli punta un arma da taglio in pancia e lo conduce dentro un bagno. L'uomo si scopre essere un extracomunitario che era sul treno con lo stesso intento di Casimiro, ma meno intento al dialogo. L'extracomunitario minaccia Casimiro di abbandonare il treno perchè li "lavoravano" loro. Ad un accenno di diplomazia da parte del protagonista, sulla spartizione dei vagoni,  l'extracomunitario risponde con la violenza. La vicenda si conclude con Casimiro che torna a casa, a mani vuole e con il naso rotto. Questo costringe la moglie a lavorare come badante per portare avanti la famiglia. Tornato in attività dopo un mese e mezzo, recupera subito il tempo perso con un pò di furti che lo portano a racimolare un buon bottino per l'intero mese. Un giorno incontra una signora che possedeva un Rolèx da 18.000 euro, Casimiro non potè farsi sfuggire l'occasione e derubò la donna. Lasciò l'orologio a casa e si recò alla ricerca di un orafo che lo pagasse a buon prezzo. Durante la sua assenza la moglie trovò l'orologio e lo indossò per suscitare l'invidia delle altre donne all'uscita della scuola, dove lei si recò per riprendere la figlia. Fu li che fu scippata da un bandito e cadde sbattendo la testa. Fu subito portata all'ospedale, Casimiro la raggiunse e quando i medici uscirono dalla sala operatoria, non lasciarono trapelare il risultato. Il romanzo si conclude in questo modo, lasciando un finale aperto che sta al lettore interpretare.

lunedì 19 settembre 2011

La scuola decadente

L'interno del Volta di Pescara

Torno ad affrontare un tema che mi sta molto a cuore, quello della scuola. Ieri è uscito su La Repubblica un'inchiesta sulle scuole italiane e sulla loro agibilità. Da questa inchiesta io vorrei prendere spunto per spiegare come io, da ex studente della scuola media superiore, ho vissuto questi disagi da vicino. Prima di cominciare una piccola premessa, io sono abruzzese, per la precisione della provincia di Pescara, quindi parlerò di una scuole di queste a cui ho avuto accesso durante questi anni.
Le scuole abruzzesi hanno circa 388 edifici a rischio, secondo l'inchiesta precedentemente nominata, sui 1338, quindi un 29% delle scuole non dovrebbero essere aperte. Io ho frequentato l'ITIS A.Volta di Pescara e al suo interno mi è capitato molte volte di sentire gli studenti invocare proteste per la mancanza dei sistemi di riscaldamento all'interno dell'istituto. In molti anni questa protesta non ha avuto seguito, il preside denunciava la mancanza dei fondi (prima della riforma Gelmini). Poi è andato via e la preside che lo ha sostituito, che non conosceva la situazione, una volta appresa la vicenda, ha subito dato il via ai lavori.
Di questa piccola storia, ora vorrei affrontare due piccoli temi che mi hanno fatto storcere il naso:
Il primo è che il vecchio preside, che è stato all'interno della scuola per una quindicina di anni, non abbia mosso un dito per risolvere la situazione dovuta al riscaldamento dell'istituto mentre il suo successore ha provveduto in pochi mesi a far cominciare la riparazione.
Il secondo problema che ho constatato è che, con l'inizio del lavori a marzo, la scuola si sia trasformata in un vero e proprio cantiere aperto.
Insomma, qui su questo caso si potrebbe compiere un analisi in cui si potrebbe dire che l'organizzazione scolastica è fatta davvero male, bisognerebbe riformare la scuola a livello strutturale. Insomma, come è possibile che per anni non ci siano stati i fondi per rifare il sistema di riscaldamento e poi, di colpo, con il cambio del preside, questi soldi siano usciti di colpo? Il mio dubbio è sul fatto che il preside abbia preso seriamente in considerazione le varie proteste degli studenti o se abbia fatto finta di accontentarli per poi lasciare le loro richieste all'interno di un cassetto. Ecco, quello che si genera qui è un ipotesi: ma non è che i vari presidi approfittano dei vari tagli per destinare i soldi che ricevono per fare altro invece di utilizzarli per cose urgenti?

venerdì 16 settembre 2011

Ipocrisia PD

In questi giorni sto assistendo costantemente a dibattiti nei vari talk show di La7 (unico canale televisivo che merita di essere seguito) e quasi ogni giorno mi capita di sentire i vari esponenti dell'opposizione (per la maggior parte del Partito Democratico) che rivendicano ai rappresentanti della maggioranza che il governo è stato battuto più volte, sia alle amministrative e sia sui referendum. Ora, premettendo che il Partito Democratico a quei referendum, sulla non privatizzazione di acqua, legittimo impedimento e sul ritorno al nucleare, non ha mai aderito se non molto timidamente o solo quando il risultato era scontato e certo. Bene, premesso questo, gli esponenti del primo partito di opposizione si vantano sempre che loro hanno battuto il governo nell'occasione del referendum, andando a mostrare una doppia ipocrisia.
Nella prima ipocrisia, il PD rivendica il suo appoggio al referendum e quindi una loro vittoria nei confronti del governo, non citando mai, però, che tale supporto è stato fatto solo da una parte del partito e in modo molto timido, la raccolta firme è stata effettuata per lo più da radicali, SEL e IDV.
Nella seconda ipocrisia, in cui moltissimi cadono senza rendersi conto, è quella del dare un colore politico ad un referendum. Il referendum non è ne di destra ne di sinistra, non esiste la parola "Noi PD (o altri partiti) abbiamo battuto il governo", il referendum è un iniziativa in cui vengono espresse al massimo i valori di una democrazia diretta, dove non ci sono dei partiti che rappresentano, ma dove ogni cittadino rappresenta se stesso. Se i partiti vogliono prendersi dei meriti (ma sicuramente non il PD) sono quelli di aver raccolto le firme, aver fatto muovere le masse.
Occhio, quello che è successo con questo referendum è molto più che la vittoria dei quattro si ai rispettivi quattro quesiti, con questo referendum si è vista una mobilizzazione della cittadinanza, finalmente si è raggiunto il quorum, quella vetta che rischiava di far saltare i referendum e che ha fatto saltare i precedenti nel corso degli ultimi anni. La battaglia fatta per portare la popolazione alla sensibilizzazione, favorita anche dalla catastrofe nucleare di qualche mese prima a Fukushima, ha fatto si che la gente alzasse il proprio sedere dalle poltrone e andare a votare.
I risultati di questo referendum hanno scateneranno un effetto domino. La popolazione ha capito che è possibile cambiare le carte della politica, ha capito che non serve votare un parlamentare, basta raccogliere delle firme e scavalcare i cadaveri che siedono in parlamento.

Nanni Moretti
Beppe grillo
In questo momento ci sono molte leggi, di iniziativa popolare, che sono depositate in parlamento e che attendono di essere discusse, se si potesse aggiungere un quesito a quel referendum in cui questi giorni si stanno raccogliendo firme, io aggiungerei sicuramente una voce in cui scriverei "Le leggi di iniziativa popolare devono essere discusse nel giro di una settimana dal deposito delle firme". La scusa del controllo delle firme non regge più, la scusa di impegni più urgenti non esiste, una legge di iniziativa popolare va discussa perchè è la cittadinanza che lo chiede, sono i padroni di quei dipendenti superpagati che lo ordinano, non ci sono ne scuse ne dubbi, bisogna rispondere con una sola parola: Obbedisco!


Forse può interessarti anche:

 Referendum anti-Porcellum

martedì 13 settembre 2011

I piccoli gesti che fanno grande un comune

In questi giorni è ricominciata la scuola per quasi 8 milioni di ragazzi. Di questi però, circa 30 bambini rischiavano di non poter godere di quel diritto che è la scuola pubblica in quanto, in seguito ai tagli sull'istruzione, molti comuni non hanno modo di pagare docenti e di sostenere scuole aperte. E' il caso che è successo ad Arluno, una cittadina alla periferia di Milano composto da 11 mila abitanti. Li, per mancanza di fondi, la scuola non poteva permettersi di pagare dei docenti per la scuola elementare. Così, un assessore del comune e lo stesso sindaco, Luigi Losa, hanno rinunciato al loro stipendio devolvendolo alla scuola, che ha potuto, così, pagare due insegnanti e riaprire subito le porte agli studenti del comune.
   Un nobile gesto che mostra come non tutti i politici sono marci, ma che molti, soprattutto quelli dei piccoli comuni, hanno a cuore i loro cittadini e che sono disposti a fare sacrifici di ogni forma perchè credono in ciò che fanno e in ciò che dicono e non sono lì per scaldare la poltrona ma perchè hanno idee e hanno il coraggio di portarle avanti.
Purtroppo il caso di Arluno è isolato, infatti solo in Lombardia ci sono ancora 3278 ragazzi che non hanno una scuola in cui studiare e che non possono usufruire del loro diritto allo studio.



Ti può interessare anche:

Il "peso" della scuola

lunedì 12 settembre 2011

Luigi Pirandello - Una Giornata

Il piccolo libro, che compare come una mini raccolta dei racconti presenti in "Novelle per un anno", racchiude tutti i temi, gli stili e le forme che Pirandello ha sempre utilizzato durante la sua vita. L'umorismo pirandeliano, inconfondibile, è molto calcato in quei 15 racconti brevi presenti in "Una giornata".
Le quindici novelle hanno poco in comune se non che dodici di queste sono scritte negli ultimi anni della vita dello scrittore siciliano.
Le novelle sono molto diverse tra loro, c'è la sofferenza, che porta alla pazzia, l'umorismo delle piccole cose, descrizioni di scene che  giocano sull'astuzia e sulle parole dei personaggi.

- Effetti d'un sogno interrotto è la prima novella che apre questa piccola raccolta, nella novella il protagonista principale si ritrova a vivere in una casa di proprietà di un suo amico, partito per l'America per debiti, e dove, come se fosse comparso di colpo, scopre un quadro di una Maddalena in penitenza. Un giorno un antiquario, che frequentava la casa, nota casualmente quel quadro e dice che assomigliasse alla moglie di un signore che era rimasto vedovo recentemente. Questo signore, di cui nome non si sa, cerca di acquistare il quadro, ma riceve risposta negativa da parte del Protagonista che, abitando  in una casa non sua, non si permette di venderlo. La notte, mentre dormiva, nel sogno sente rumori, si alza e si reca in salotto e li vede il Signore che si trovava nella sua stanza, con addosso un pigiama. Il protagonista a questo punto si sveglia, corre verso il salotto, dove è situato il quadro e ha l'impressione che gli occhi della Maddalena, per un attimo, si mossero. Terrorizzato corre dall'antiquario per vendere il quadro e assieme si recano a casa del vedovo. Il protagonista incontra il vedovo ma scopre che esso indossa lo stesso pigiama del sogno e lo accusa di essere stato a casa sua. Qualche ora dopo ragionando crede che il Vedovo e lui abbiano incrociato i loro sogni.

- C'è qualcuno che ride è una strana novella, l'ambiente è quello di una specie di riunione dove, ad un certo punto, si sente una voce che ride, tutti si interrogavano su chi fosse. Gli occhi caddero su una ragazza, ma non era sola, assieme a lei altre due persone ridevano, il padre e il fratello. Il terzetto si spostò dalla stanza ma videro che la platea gli inseguivano, minacciosi, con l'intento di farli tacere. I tre, resosi conto della situazione riuscirono a scappare dalla casa.

- Visita è una piccola novella in cui prevale il flashback, infatti, la vicenda è quella in cui viene segnalato ad un ricco signore (deducibile dalla descrizione del salotto e dall'invito alla festa) a cui viene comunicata la morte di una signora. Il suo è poi un ricordo di quando aveva conosciuto la signora e fa intendere che provasse qualcosa per lei e che a lei non dispiacesse, per poi scoprire, però, che ella era già sposata. Finito il flashback, il protagonista si reca nel salotto e la sua mente fa comparire nel centro della stanza la signora appena deceduta e che vuole riprendere il "corteggiamento" con il protagonista, poi in un momento di lucidità, si rende conto che era solo immaginazione.

- Vittoria delle formiche è una novella molto divertente in cui c'è un protagonista che viveva in tranquillità nella sua casa, quasi nella miseria. Un giorno stava raccogliendo il fieno, portò le palle di fieno all'interno della casa, ma ne lasciò una dinanzi alla porta di casa. Nell'andare a mangiare vide in invasione di formiche e decise di andare a distruggere il formicaio. Il protagonista, un pò impacciato, non si accorse che il tempo stesse cambiando, così prese un pò di fieno e le diede fuoco all'entrata del formicaio, per far morire le formiche. Proprio nel momento in cui diede fuoco al mazzetto di fieno, il vento iniziò a soffiare, portando alcune braci sulla palla di fieno lasciata, qualche ora prima, sulla soglia della porta. Di qui una reazione a catena che portò la casa a prendere fuoco.

- Quando s'è capito il giuoco è, a mio parere, una novella interessantissima in cui il protagonista è chiamato dalla moglie a sfidare un uomo che, il giorno prima, aveva oltraggiato l'onore e il corpo della moglie. Il protagonista, quindi, decise di contattare un cavaliere che effettuasse il duello. L'unico problema è che tale vile uomo era un esperto di duelli con spada e pistole. Con un gioco di parole, il protagonista riesce a far credere al cavaliere contattato, che intanto si era rifiutato di sfidare l'uomo che aveva compiuto l'oltraggio, che a sfidarlo sarebbe stato lui, ma alla fine, mostrando il gioco di parole, fece capire che doveva essere il cavaliere ad effettuare la sfida e che se avrebbe rifiutato avrebbe perso l'onore.

- Padron Dio racconta di un uomo, Giudè, che viveva di povertà assoluta e che non voleva terre perchè la terra era di Dio, quindi andava da chi ne possedeva per "riscattare" il contributo (ovvero cibo) che i ricchi dovevano dare ai poveri per far si che essi entrassero in paradiso. Un giorno gli venne in mente di coltivare un pò di grano in un lotto di terra abbandonato, così cominciò la semina e rimase a curare quel pezzo di terra come un figlio. Di li a poco si ammalò e dovette stare in ospedale per un bel periodo durante il quale non fece altro che pensare al campo. Alla sua uscita il campo era occupato da un altro contadino ignaro che era stato Giudè a seminarlo.


- La prova parla di due orsi, incaricati da Dio, che dovevano mettere alla prova due preti che stavano per partire per la Cina. I due orsi, quindi, si misero lungo un sentiero su cui stavano passando i due sacerdoti. Appena i due videro gli orsi rimasero fermi e spaventati, cercando soccorso, uno dei due, il più piccolo, si avvicinò ai due studiandoli ed annusandoli. I due stettero fermi e non si mossero, superando la prova di coraggio, così i due orsi se ne andarono e i due sacerdoti scoppiarono a ridere, credendo che a metterli alla prova era stato il diavolo e non Dio.

- Nel La Casa dell'agonia un uomo si ritrova dentro un salotto in attesa di un appuntamento, mentre attende, guarda verso la finestra dove un gatto si affaccia in attesa di prendere degli uccellini che hanno fatto il nido sotto il cornicione della finestra. Mentre il gatto attende, si muove continuamente, spingendo sempre più un vaso, situato sulla finestra, verso il bordo. L'uomo assiste alla scena impotente, aspettando che il vaso cadi e colpisca qualcuno. quando il vaso stava per cadere, l'uomo non riuscì più a restare li e scappo via scendendo e realizzando, proprio in quel momento,  ciò che sarebbe accaduto che, nell'istante in cui sarebbe uscito, il vaso sarebbe caduto sopra la sua testa.

-Il buon cuore parla di un giovane a cui tocca un eredita, ma solo quando esso avrebbe avuto un figlio naturale. Così, una volta sposato, cerca in tutti i modi di avere un figlio, che non arriva. Così, un giorno, conoscono una giovane ragazza che era rimasta incinta e che era disposta a cedere il bambino alla coppia evitando quindi il disonore alla propria famiglia ed aiutando l'altra. La coppia quindi annunciò che aspettavano un bambino. Il giorno del parto, il bambino nacque senza problemi ed esso, come ogni bimbo, piangeva perchè aveva fame. Fu così che portarono il bimbo ad allattarsi dalla sua madre naturale e fu sempre li che la madre si rese conto dell'amore che provava per il proprio figlio e decise di non cederlo più.

-La Tartaruga narra di un uomo a cui viene ceduta una tartaruga e a cui viene detto che portasse fortuna, portata a casa i figli sono molt scettici contro la piccola bestiola e la moglie irritata e annunciando che se il piccolo rettile fosse rimasta a casa lei se ne sarebbe andata. Così uscì nella speranza di riportarla al negozio dove l'aveva presa, ma era già tardi ed il negozio era chiuso. Si recò al parco ma anche li non ebbe fortuna, così partì una riflessione sulla sua famglia e si rese conto che quella della tartaruga era una pretesa, da parte della moglie, per andarsene. Così torno a casa con la tartaruga e nello stesso istante la moglie se ne andò.

- Fortuna d'essere cavallo ha come protagonista un cavallo (non l'avrei mai detto) che viene abbandonato e che nessuno vuole, così, spimto dalla fame, va in cerca di cibo all'interno di un borgo, ma nessuno è disposto a dargliene. Così il travagliato viaggio di questo cavallo termina quando due agenti accompagnano l'animale nelle campagne fuori del borgo.

- Una sfida è quella che lancia Jacob Shwarb, un paziente dell'Israel Zion Hospital, a Jo Kurtz, impassibile sorvegliante dell'ospedale. Jacob era irrititato dall'impassibilità di Jo e così una sera d'estate, si alza di colpo dal letto e si reca verso la finestra, in attesa di essere fermato dal sorvegliante. Il sorvegliante, credendo che volesse prendere una boccata d'aria, non disse nulla e questo irritò terribilmente Jacob che decise di buttarsi. Non morì ma si ruppe un braccio una gamba e due costole e denunciò il sorvegliante per non averlo fermato vincendo la causa.


- Il chiodo narra di una scena di violenza di un bambino che vedendo due ragazzine litigare, si precipita verso di loro e conficca nel cranio della più piccola un chiodo, trovato a terra qualche minuto prima, uccidendola. Al processo il ragazzo non è spaventato ma dispiaciuto per il fatto ed immagina nel giardino di casa sua lui e la piccola ragazzina che giocano assieme e che immagina che quando sarò cresciuto lui invecchierà ma lei rimarra sempre li, giovane in quel giardino.

- La signora Frola e il signor Ponza, suo genero sono i due protagonisti della vicenda ambientata nella cittadina di Valdana. Il signor Ponza è un prefetto che ha sposato la figlia della signora Frola, che a sua volta segue sempre il signor Ponza per poter stare con la figlia. La moglie del signor ponza, a detta di lui, è morta quattro anni fa e la suocera è pazza perchè crede che la seconda moglie di lui sia sua figlia. D'altro canto la signora Frolla dice che il suo genero sia pazzo perchè crede che sua moglie sia morta e che quella attuale sia la seconda moglie. Insomma non c'è modo di sapere chi sia il pazzo e l'autore ci lascia con questo dubbio.


- Nell'ultimo racconto, Una giornata, il protagonista è lo stesso autore, sperduto, che si ritrova catapultato, in chissà che modo, in una città sconosciuta. L'autore non riesce ad identificare le persone che, contrariamente a lui, salutano il protagonista come se lo conoscessero da sempre. Disorientato, il protagonista, cerca di trovare rifugio in una taverna per mangiare e scopre, frugando tra le tasche, di avere una piccola borsa di cuoio in cui teneva una foto di una donna e una banconota di grosso taglio del vecchio conio ormai non più in vigore. una volta dentro la locanda chiama in disparte l'oste e gli fa vedere la banconota. Seguendo le indicazioni dell'oste, il protagonista si reca in banca, cambia la banconota e poi torna a mangiare, appena uscito si trova una macchina che lo accompagna dentro la sua casa, di tutto ciò, ovviamente, il protagonista non ha ricordo. Nella casa trova la ragazza della foto nel suo letto, dormono assieme, ma al risveglio ella era sparita e lui si senti più stanco. Alzandosi si rese conto, guardandosi alo specchio, di essere invecchiato notevolmente e nello stesso istante gli viene annunciato la visita dei suoi figli e dei suoi nipoti. I figli, vedendo il padre anziano alzato dal letto, lo rimproverano di tornare li, lui obbedisce. Pochi secondi dopo vede, i figli con i capelli bianchi e i nipoti già cresciuti, e lui si sente ancor più vecchio e senza forze.

sabato 10 settembre 2011

Referendum Anti-porcellum

Mentre queste crisi colpisce l'Europa, i telegiornali cercano di aggiornare costantemente il paese, dovendo alcune volte rinunciare ad alcuni servizi per lasciare più spazio a quelli più importanti. Un esempio si ha con i veri tg della Rai e della Mediaset che, per mancanza di tempo, non hanno potuto spendere una parola sulla raccolta firme per un referendum abrogativo della legge "porcellum". Ahi me, il tg1 deve parlare della moda di questa stagione e il tg5 del gelato per i cani, senza dimenticare i video che girano su Youtube, queste si che sono notizie imperdibili! Va bene, umorismo a parte, i partiti di sinistra (IDV e SEL in prima fila) stanno raccogliendo firme per ottenere la possibilità di un referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale, quella definita dallo stesso ideatore, Calderoli, "Porcellum". Questa legge elettorale, attualmente in vigore, va a violare ogni concetto di democrazia. Questa legge elettorale impedisce di votare i propri candidati che vengono scelti dal partito che vince le elezioni. Insomma, le camere smettono di avere rappresentanti elettevi ma vengono nominati, in base alla percentuale ottenuta dalle votazioni, dai segretari di partito. Questo forse non è neanche la più grande porcata di questa legge, quella più scandalosa è, secondo me, quello del premio di maggioranza, garantendo al partito con più voti di avere più seggi rispetto a quelli che gli spettano. Una cosa simile fu fatta anni fa, con legge elettorale fatta su misura, quando un piccolo partito, nato da poco, una volta incaricato di gestire il governo, varò questa legge elettorale e di li a poco sciolse le camere ed alle elezioni successive riuscì a vincere con il 61% ma grazie alla legge ottenne il 75% dei seggi. La legge elettorale era la legge Acerbo e il politico che volle tutto questo era Mussolini.
Il premio di maggioranza è qualcosa che le democrazie moderne non hanno mai neanche pensato ma che i nostri politici hanno spacciato per "democratica".
Infine, la legge prevede anche soglie di sbarramento che i partiti devono superare per entrare in parlamento (il 4%), quindi partiti come i radicali (che hanno ottenuto il 3.5% circa) sono stati tagliati fuori dalle camere.
Vorrei precisare che il mio attacco non è riferito solo alla maggioranza attuale, che ha emanato questa legge, ma anche ai partiti di opposizione, che hanno permesso questo scempio e che ora cercano le firme (parlo del PD dato che IDV votò contro e SEL non è in parlamento) e soprattutto la maggior colpa è del Presidente della Repubblica che, nonostante avesse il diritto e il dovere di rimandare questa legge, ha firmato immediatamente la legge, come tutte quelle portate da lui.

Se credete che questa legge sia da abolire, vi invito a recarvi in qualche stand a firmare per richiedere un Referendum.

venerdì 9 settembre 2011

Le "piccole" analisi di mercato

Dopo il post di ieri (Il "peso" della scuola), neanche a farlo apposta, ho trovato un video che confermasse la mia tesi sulle nuove edizioni e sulle speculazioni ad esse dovute.
Vi lascio al video tratto da Repubblica.it (prego di scusare il link esterno ma non ho trovato un modo per scaricare il video).

Video

giovedì 8 settembre 2011

Il "peso" della scuola

E' così giunto settembre, il mese in cui finisce l'estate, finiscono le ferie e le vacanze per gli studenti. A settembre per quasi tutti i ragazzi di età compresa tra i 5 e i 19 anni si ritorna a scuola. Ogni anno, verso fine agosto e inizio settembre, c'è la corse per comprare i libri che serviranno ai ragazzi. Questi libri, sempre più cari, sempre più voluminosi e sempre più pesanti per le famiglie, soprattutto in questi periodi di crisi. Oggigiorno il costo medio dei libri e quasi sempre sopra i tetti massimi prefissati dalla legge, un indagine recente dell'Adiconsum mostra come i prezzi complessivi dei libri (divisa in 3 tetti massimi, ognuno per una determinata zona: nord, centro e sud) è sempre superiore di un 10%. Ora, fortunatamente (ma non so fino a che punto), i mercatini dei libri usati hanno aiutato moltissime famiglie che questa spesa non si possono permettere, cercando di limitare il più possibile. Questa cosa è andata avanti per anni, sempre temendo quel cambio edizione che condannerà la precedente a ritrovarsi invenduta., ora siamo giunti in un momento in cui, in seguito ad un aumento del costo della vita, l'inizio della scuola viene visto come l'arrivo di una tassa di circa 300 euro (se va bene). Certo ci sono i rimborsi, ma in primo luogo non tutti i comuni danno disponibilità ai rimborsi e in secondo luogo il rimborso sono briciole e per pochi.
In Italia il costo dell'istruzione viene visto come un peso, aumentono i prezzi, tagliano i fondi e sembra che stiano spingendo le famiglie a non mandare più i figli a scuola ma nei campi, come si faceva un secolo fa.
Ovviamente tutto questo non è solo colpa della politica (e in particolar modo dei vari ministri dell'economia e dell'istruzione che si sono susseguiti negli anni) ma anche degli editore, che per speculare in modo assurdo, cambiano il titolo o un qualsiasi dir si voglia ed ecco che spunta la "nuova edizione".

  <<La "nuova edizione" degli zaini>>

Tutto questo è davvero inaccettabile, lo studio dovrebbe essere qualcosa che sia accessibile a tutti e non una tassa. La soluzione a tutto questo sarebbe semplicissima, siamo nel secolo della tecnologia digitale, per uno studente, basterebbe comprare (o ancor meglio dare gratuitamente) degli e-book e fare contratti con gli editori, in modo tale da alleggerire le spese, garantire costanti aggiornamente ed alleggerire il carico dello zaino (se si aggira intorno ai 7 kg per uno studente delle elementari!). Semplice, economico ed ecologico, cosa aspettano a farlo?

lunedì 5 settembre 2011

I tagli ai nastri

In questi giorni si è parlato tantissimo dei tagli che questa manovra (che cambia di giorno in giorno ormai) vuole fare per risanare il bilancio. Tra questi due sono interessanti: Il taglio delle province sotto i 300.000 abitanti e l'accorpamento dei comuni più piccoli. Il taglio delle province (che a mio parere sarebbe la cosa migliore) in seguito a varie proteste per il fatto che alcune si tolgono e altre no, è stato rivisto ed ora si parla di tagliare tutte le province andando a cambiare la costituzione. I geni del governo, che hanno fretta di risanare il bilancio, si sono poi accorti (anzi è meglio dire che gli hanno fatto notare) che per una legge costituzionale ci vorrà un pò di tempo e non pochi mesi, a differenza dei tagli delle province più piccole (a livello di popolazione). Quindi per poter abolire le province dovremo aspettare almeno un anno e mezzo, troppo tempo per la situazione attuale. Senza contare che, in caso di caduta del governo (incerto ma non da escludere) il tutto verrebbe portato alla prossima legislatura e tutto slitterebbe ancora.

<<Le province italiane>> 

Sul'altro taglio, quello ai piccoli comuni, io avrei qualcosa da ridire. L'amministrazione locale è vero è costosa, ma è una cosa che a mio parere è necessaria. Spiego meglio, mentre abolendo le province, il loro ruolo può essere preso dai comuni e dal governo centrale, l'amministrazione del comune ha bisogno di qualcuno che viva nel paese (perche se parliamo di piccoli comuni parliamo di paeselli). Se noi prendiamo un paese di montagna che è abbastanza lontana dalla città, gli amministratori dell'ipotetica città, a cui verrebbe accorpato questo paesello, non saprebbero neanche di cosa ci sia bisogno e concentrerebbero la loro attenzione alla città, ignorando il piccolo comune. L'amministrazione locale, dunque, a mio parere è necessaria perchè una gestione interna è migliore rispetto ad una gestione effettuata dall'esterno da parte di un'altra amministrazione che non ha alcun interesse nel piccolo paesello, lasciando quest'ultimo ad un completo abbandono e degrado.
Inoltre, per poter salvare uno di questi paeselli  basterebbe tagliare tre parlamentari. Tagliano le province (tutte), insomma, si potrebbero non solo salvare tutti i comuni, ma anche avere un risparmio economico che potrebbe contribuire a sanare il debito. Ma per cominciare a smemrare il sistema dei dipendendi provinciali, bisognerebbe cominciare subito a tagliare le piccole province, in modo da "assorbire" i dipendenti delle province ed evitare un picco di disoccupazione.