giovedì 1 marzo 2012

Chi ha paura degli indiani?


E’ la commedia dell’assurdo, il trionfo del non senso. In Val di Susa non vogliono che si realizzi un tratto di linea ferroviaria ad alta velocità. Chi ha paura del treno? Gli indiani? No, alcuni valligiani. Come si fa nel terzo millennio a rifiutare il passaggio di un convoglio che sfreccia a oltre 200 chilometri orari?
Così, questa mattina, Alessandro Sallusti apriva il suo quotidiano, Il Giornale, con una completa ignoranza e una non curanza degli avvenimenti che stanno accadendo nella Val Susa, un alieno sceso da Marte. In questi giorni la Tav sta facendo parlare molto di se, di colpo, quasi per magia, un gruppo di persone, casualmente della zona, si sono riunite dinanzi il cantiere e hanno fatto una cosa che in un paese democratico come il nostro è intollerabile, pensate un po’, hanno protestato. I media hanno creato intorno al movimento No Tav una sorta di mito, facendoli passare come dei nuclei armati di brigatisti pronti ad attaccare lo stato e a lanciare bombe, un po’ come avviene ogni volta che c’è un movimento di protesta in questo paese, l’incidente fa notizia, un corteo di migliaia di persone che sfilano ordinatamente e in silenzio per difendere il proprio territorio, il proprio paese (perché c’è addirittura un paesino, San Giliano, che verrebbe completamente cancellato da questa linea ferroviaria per fare posto ad una ferrovia) o le proprie terre agricole, no.

Le immagini televisive di tutti i media, le stampe, le radio, tutti che parlano sempre di questa Tav, si concentrano sugli scontri e non parlano invece di quelle persone, che compongono il 90% del movimento, che non alzerebbero un dito contro il prossimo e che sono lì perché quella cosa non la vogliono.
Chi ha paura del treno, chiede Sallusti, beh ad averne paura non è certo lui, che è di origine di Como e che non ha problemi economici in quanto dirige giornali dal 2008, lui non rischia la disfatta dei propri terreni, la distruzione della propria casa o la perdita del suo lavoro da contadino, lui fa il giornalista e, si sa, i giornalisti hanno sempre contatto con la gente. Sembra essere una questione politica quella della Tav, il quotidiano di Sallusti apriva, oggi, con un titolo in prima pagina che diceva “Minacce e violenze cercano la guerra”, e si, perché insultare e tirare un pugno ad un giornalista sono dichiarazioni di guerra, ma per piacere. Non voglio assolutamente giustificare le azioni compiute da queste “pecorelle” nere, che non fan altro che rovinare la reputazione del movimento pacifico, ma dichiarare guerra è un’altra cosa. Le azioni di violenza maggiore sono state compiute dalla polizia, sparando lacrimogeni ad altezza uomo (e quelli fanno male più delle pietre) e rompendo la testa anche ad una signora. Nessun quotidiano ha parlato di repressione sanguinosa da parte delle forze dell’ordine, semplicemente perché non si tratta ne di guerriglia, ne di repressione, ne di resistenza armata. Si tratta semplicemente di un movimento, uno di quelli che si vede spesso sfilare a Roma.
Incredibile come anche l’altro giornale di papà (o papi) Berlusconi attacchi il movimento No Tav con l’apertura del proprio giornale, con Facci che scrive:
Nel vedere quella scena non mi sovviene Pasolini, mi sovviene la voglia di prendere a calci nel culo quello sfigato – vero – che appartiene della stessa razza di bastardi che ieri ha picchiato e derubato una troupe del Corriere. E se avessi incontrato chi ha imbrattato l’ingresso di Libero e scritto «giornalisti assassini», aggiungo, forse non avrei mantenuto un atteggiamento «responsabile » teso a «isolare» eccetera: anche perché isolati, ormai, stiamo diventando noi tutti, noi normali. Lo dico: potrei violare la legge e adeguarmi – à la guerre comme à la guerre – e sarei irresponsabile, e sarebbe colpa mia, ma anche di chi in galera, quelli, non ce li ha messi prima. Lo dico da sincero democratico: basta con questi stronzi.
Questo è la vera faccia dei No Tav
Ringraziando il cielo che Facci non sia Ministro dell’Interno, vorrei semplicemente rendermi conto delle stronzante che scrive e del fango che getta. Facci confonde notevolmente la scrittura, la denuncia, l’insulto, l’aggressione, con reati ben più gravi come l’omicidio o concorso esterno in associazione mafiosa. In Val Susa non si vuole uccidere nessuno, non si vuol fare male a nessuno, è facile per la stampa fare di un filo d’erba un fascio, generalizzando sull’aggressione al gruppo del Corriere.tv e trasformando tutto il movimento che, ripeto, è composto dal 90% di persone che non farebbero male ad una mosca, ma che viene classificato come un nucleo terroristico. Caro Facci, il giornalista può uccidere e la parola di un giornalista noto può uccidere più persone di un singolo pazzo con un fucile, quello della stampa è un potere forte, temuto ma che sapete ben sfruttare per trasformare qualsiasi cosa, plagiandola e riportando solo ciò che conviene. Fare certe denunce senza parlare dei costi della Tav, dei detriti che verranno rimossi per la costruzione della galleria, degli ettari ed ettari di terra distrutti, cementificati, di case e villaggi che verranno abbattuti per consentire il transito di treni merci.
Caro Facci, qui a fare più danni siete solo voi finti giornalisti che date informazioni incomplete e che provocate a viso aperto chi lì, su quelle terre, ci ha speso la vita e che punta di farci vivere i propri figli, caro Facci, caro Sallusti, e per colpa di giornalisti come voi che ci sono persone che si arrampicano su pali dell’alta tensione per cercare un po’ di attenzione, è per colpa di giornalisti come voi che i poliziotti e tutte le forze dell’ordine sono prese di mira, non in quanto persone ma in quanto rappresentanti di un mondo che tende ad ignorare i problemi sociali. I poliziotti sono vittime, non carnefici, così come lo sono i protestanti di ogni parte di questo paese, i veri carnefici, i veri conquistador siete voi organi.
Nei film Western gli indiani erano etichettati come malvagi, come quelli che attentavano alla salute dell’uomo bianco, ma la realtà è proprio l’opposta, gli indiani furono cacciati, sterminati ed infine confinati dagli americani. Bene, anche qui sta accadendo la stessa cosa, si fa passare per criminali le persone sbagliate e l’opinione pubblica, come tutte quelle che si rispettano, abboccano.