lunedì 22 agosto 2011

Pier Paolo Pasolini - Petrolio

L'autore di questo libro, Pier Paolo Pasolini, dichiara che questo suo ultimo libro sarà il suo testamento. Dice anche che <<Ho iniziato un libro che mi impegnerà per anni, forse per il resto della mia vita.>>  
 Insomma, Petrolio è un libro su cui Pasolini puntava di chiudere la sua carriera di scrittore, non si sà se contemporaneamente avesse scritto altri libri, quello che si sà è che questa sua "opera monumentale" avrebbe contenuto nomi, luoghi ed eventi che avrebbero creato non poco scalpore, racchiudendo gli eventi dei vent'anni successivi alla fondazione della Repubblica italiana.
Quando Pasolini fu assassinato, furono raccolte le pagine di questo romanzo e solo diciasette anni dopo, nel 1992, furono ordinati e pubblicati i vari appunti che lo scrittore  bolognese era riuscito a scrivere.
Quello di Petrolio è un viaggio strano, complesso, in alcuni tratti anche disgustoso. La cosa che subito salta all'occhio è la confusione di tutti gli appunti dovuti a mancanza di nomi e cose, al fatto che ci sono delle contraddizioni a cui l'autore sicuramente avrebbe fatto caso una volta terminato il romanzo ed eventualmente corretto, e sopraqttutto alla mancanza di molti pezzi (e anche di alcuni interi capitoli di cui si conosce solo il nome). Nel libro, dopo i primi capitoli, è difficilissimo orientarsi, confesso che più volte mi sono perso e sono dovuto tornare al capitolo precedente per cercare un nesso logico che spesso mancavano. Ho impiegato circa cinque mesi per leggerlo e soffrendo ad un certo punto perchè non si riusciva più a capire quello che era scritto, si fanno riferimenti ad eventi che non sono stati scritti e a personaggi mai citati precedentemente, è più una sfida che una lettura, a mio parere.
Pasolini varia molto con gli scenari anche se, almeno per le prime 200 pagine, tutti gli scenari girano attorno al sesso di ogni genere (il personaggio, inizialmente uomo, ha rapporti con giovani ed anziani, per poi diventare donna ed avere rapporti con uomini). Il protagonista, Carlo, ha una doppia personalità, anzi è meglio dire che il protagonista è sdoppiato ed ha un clone; da una parte il Carlo buono e dall'altra il Carlo cattivo, l'uno complementare dell'altro e l'uno dipendente dall'altro, nel moemnto in cui uno dei due si allontana allora l'altro cade in una crisi che non riesce a colmare. Il fatto delle personalità sarà lo stesso Pasolini a ribadirlo più volte in molti tratti del libro.
In conclsione di questa breve analisi, c'è da dire che il romanzo è incompleto, pare diviso in due parti e degli appunti che si sono recuperati (circa 600 pagine) pochi sono davvero completi e chiari. Ad aiutarmi nella lettura mi è venuto in contro una nota filosofica che era situata a fine libro (io ho letto l'edizione "Oscar Mondadori") e che devo dire mi ha schiarito le idee sulla lettura.
Libro difficile e davvero pesante, non lo consiglio a chi non sia appassionato dell'autore, ma chiudo con una nota malinconica perchè se Pasolini fosse riuscito a concluderlo sarebbe divenuto sicuramente una bellissima opera.

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