giovedì 25 agosto 2011

La New Town dell'Aquila

Ormai sono passati più di due anni da quellla sera del 6 aprile quando nel capuologo abruzzese ci fu una violenta scossa che causò il crollo di edifici e strutture in tutta la provincia dell'Aquila. A causa dei crolli morirono circa 300 persone, la maggior parte sorprese nel sonno. Subito intervennero protezione civile e corpi specializzati, anche i cittadini scesero in campo, dimostrando una volontà di aiutare a rimuovere macerie pochi minuti dopo il crollo, nella speranza di salvare più persone possibili ed evitare di perdere tempo in attesa dei mezzi di soccorso. In quei giorni l'Aquila fu un vero e proprio calvario, tra cani che cercavano superstiti, vigili del fuoco che diedero l'anima per la ricerca di sopravvissuti, civili che vollero aiutare e giornalisti che cercavano di raccontare tutto ciò che stava accadendo. Assieme a tutta questa brava gente c'era anche chi era giunto li per approfittare di quella tragedia e trinfare per i futuri appalti e giri di affari. C'erano anche sciacalli, che andarono a depredare le ormai case vuote. E c'era chi era andato li per farsi vedere con un caschetto giallo a rassicurare le persone anziane, promettendo mari e monti.

La casta politica promise di tutto e di più per i poveri aquilani che, non vedendo alternative, speravano e credevano in ciò che veniva detto. Quella stessa casta che, per mesi, ha parlato dell'Aquila come scusa per raccogliere voti, i partiti basarono le loro campagne elettorali, per le amministrative, su la ricostruzione della citta. Poi, passato il momento, dopo pochi mesi i riflettori si sono spostati su Ruby, sulla D'Addario e le altre troiet... perdon, le altre escort che frequentarono la villa di Arcore. L'Aquila scomparve dalle cronache della maggior parte dei giornali e dei tg (solo il TGR Abruzzo ne continua a parlare tutt'oggi) e dalle menti dei politici. Poi l'attuale governo continua a vantarsi di essere riuscita a ricostruire l'Aquila e che tutto procede come previsto, niente di più falso, invito chiunque a fare un salto nel capoluogo abruzzese e a rendersi conto che quasi niente è stato fatto e le poche cose fatte sono state di iniziativa popolare. A chi muove accuse contro il PLD sull'argomento, la risposta è che non ci sono fondi. Ovviamente i soldi sono stati usati per altro, i nostri soldi sono stati utilizzati per affari politici, spacciandoli per opere di bene. Faccio un piccolo elenco che riprendo dalla Repubblica:

"[...]i soldi del terremoto sono stati investiti anche per un convegno sul federalismo (20mila euro), per il campionato del mondo di hockey a Roccaraso (50mila euro), per spese di "comunicazione istituzionale" (50mila euro), per gli eventi del cartellone estivo (70mila euro) e per il premio cinematografico intitolato alla memoria di Pietro Taricone (30mila euro)."

   Ovviamente soldi destinati alla ricostruzione, doniamo euro per la ricostruzione e riceviamo delle stronzate sul federalismo o dei premi cinematografici per uno che non aveva niente di speciale nel mondo del cinema (con tutto il rispetto per lui). A questi soldi vanno aggiunti i ventimila (20.000) euro per l'innagurazione di un busto, ad Aielli, dedicato a Guido Letta, zio dell'attuale sottosegretario del presidente del consiglio Gianni Letta. Guido letta era un prefetto fascista che durante il periodo in cui fu in carica, attuò una politica antisemita facendo deportare centinaia di ebrei.
L'innagurazione è stata fatta in gran segreto, erano presenti solo le cariche amministrative con la piazza completamente vuota e una veloce cerimonia. Questa segretezza è stata giustificata, a detta del sindaco, per "Ragioni di ordine pubblico". Lo credo bene, se la cittadinanza avesse saputo di questo sperpero al muro non ci sarebbe stato il busto ma probabilmente qualcun altro.

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