mercoledì 17 agosto 2011

Il bue che da del cornuto all'asino

Questi sono giorni caldi, in questo mese ricco di contenuti politici, oggi si è assistito ad una scenetta che a vederla in una situazione di "non crisi" verrebbe quasi da ridere. Oggi l'Associazione Calciatori Italiana (ACI) ha espresso, attraverso i loro portavoci, lo sdegno per il contributo che ogni calciatore dovrà pagare in seguito alla manovra fiscale di venerdì scorso. A questo punto è cominciato un botta e risposta tra la ACI e il ministro della semplificazione Calderoli, che ha cominciato sparando sull'ACI e minacciando addirittura un raddoppio del contributo di solidarietà. Insomma, in questo momento, a meno di un mese dall'inizio del campionato di calcio italiano, i calciatori intimando di scioperare perchè vogliono che a pagare siano le società e non i singoli calciatori. Questa protesta nasce dal fatto che sui contratti dei calciatori c'è una voce che indica che il guadagno di ogni singolo ingaggio è netto e non lordo e quindi a versare il contributo deve essere appunto il loro "datore di lavoro".   Quindi il ministro leghista dice ”I calciatori fanno i capricci: non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà ma se c’è qualcuno che dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori che rappresentano la casta dei viziati”, puntando il dito contro l'intero organo calcistico e mostrando il muso duro. In risposta intervengono molti calciatori ribaltando la frittata ed enunciando frasi che minimizzano l'intervento di Calderoli.
 A questo punto si crea una situazione in cui "il ricco accusa l'altro ricco di essere ricco" e che vede di mezzo sempre il povero cittadino che, guardando questo scempio, non può che indignarsi. Il mondo politico, si sa, è tutto un giro di soldi ed è ormai luogo comune quello dell'indignazione verso la classe dirigente. Quello che mi preoccupa, invece, è la casta dei calciatori che, con i loro contratti, di cui un operaio si accontenterebbe anche di un quarto, si prendono il lusso di poter protestare minacciando scioperi o altro. Loro sono veramente uno sdegno che io paragono al pari dei politici, quello del calciatore è diventato un mestiere che i ragazzi sognano di intrapendere guidati dai loro idoli fasulli. Il calcio è diventato una mafia e non più uno sport, i calciatori non si rispettano, non rispettano le tifoserie, gli allenatori, i presidenti niente, pretendono che tutto gli sia dovuto, violando anche leggi, come i limiti di velocità, mostrato più volte in servizi di Striscia la notizia.
 <<Una volta calcio e politica risolvevano i loro problemi in altri modi>>

Non rispettano neanche più il valore morale di una manifestazione, ultimo caso, quello avvenuto qualche giorno fa con la Supercoppa italiana dove, per commemorare l'Italia nel suo 150° anniversario, le associazioni calcistiche hanno deciso di disputare la finale in Cina, in beffa ai tifosi e alle tradizioni. Io sono fiero di aver smesso di seguire il calcio gia anni fa, con lo scoppio di Calciopoli, ma un tifoso che deve vedere tutto questo scempio, beh, a mio parere comincerà a scioperare e a boicottare tutte le partite.

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