mercoledì 5 ottobre 2011

Il Bavaglio dei fuorilegge

Anni fa ci capitava spesso di vedere in televisione i film western in cui i banditi assalivano le diligenze e, per non farsi riconoscere, applicavano sul proprio viso il fazzoletto, rosso o marrone o nero,  per non farsi riconoscere. Qui film si ambientano spesso in America, verso la fine dell'ottocento. Oggi, cento e più anni dopo i fuorilegge tornano a parlare di bavagli, i bavagli che non servono per coprire il loro volto, ma per coprire il volto del popolo, delle persone che parlano troppo e sono scomodi per qualche re e i suoi servi della corte. Di cosa stiamo parlando forse alcuni di voi, che non seguono molto l'attualità, si staranno domandando, stiamo parlando di il Decreto Legge Intercettazioni che oggi approda alla Camera. Questa legge, altamente voluta dall'attuale maggioranza, ha come scopo quello di bloccare la pubblicazioni di intercettazioni sopra giornali prima del così detto "processo filtro" ovvero il processo in cui le carte vengono rese pubbliche. In questo groviglio, in cui vengono inserite leggi del tutto estranee, compare un articolo, il Comma 29, in cui si parla di un tema molto vicino a tutti noi, quello della censura dei siti web.
Il Comma 29 recita:
"Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono."
Questo cosa vuole dire? Bene, cercherò di semplificare il discorso. Con questo comma, i blog registrati che effettuano post in cui criticano qualcuno o semplicemente esprimono un loro giudizio e tale commento non sia gradito al diretto interessato, riceverà una rettifica e avrà 48 ore di tempo per rimuovere quel commento o creare un contraddittorio altrimenti andrei incontro a pesanti sanzioni pecuniari.
Con blog registrati parliamo di quei blog che non sono amatoriali (come per esempio questo sulla quale state leggendo) ma ci si riferisce a grandi siti come siti di giornali o siti come Wikipedia. Come avete potuto notare, da ieri 4 ottobre, la grande enciclopedia libera è in autocensura, nella prima pagina c'è una lettera che spiega i motivi di questa sospensione del "servizio".  Sulla Homepage si legge infatti "L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi". La notizia ha scandalizzato tutta la comunità online, sia chi segue l'attualità sia chi naviga su internet per passare il tempo o per altri impegni. La sospensione del "servizio" di Wikipedia ha bloccato moltissimi ragazzi, che utilizzano l'enciclopedia per le loro ricerche e per le informazioni che essa riesce a procurare su qualsiasi argomento, sia tra chi la utilizza come supporto.
Insomma, il ddl sulle intercettazioni, che oggi è approdato alla camera, contiene anche questo comma che bloccherebbe completamente il web, incorrerebbe nella chiusura di moltissimi siti italiani (di cui tutti quelli che utilizziamo per procurarci notizie e quant'altro) che non toccano solo argomenti di attualità ma che muovino un qualsiasi tipo di opinione o critica nei confronti di qualunque soggetto, politico, culturale o anche solo un personaggio di un telefilm o un singolo libro. Con questo semplice comma si vanno violando tutti i diritti di espressione e di critica viene completamente ignorato l'Articolo 21 della nostra costituzione, quella che preserva il diritto all'opinione e alla critica.
Articolo 21:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. 
 
E' vero, la Cina è vicina ma la Corte Costituzionale anche.



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