lunedì 26 dicembre 2011

Tratto razziale

"Brutti segnali, ma Italia non è razzista", così titolava oggi un articolo de "La Repubblica", in cui il quotidiano  romano riportava la frase del Ministro della Cooperazione internazionale Andrea Riccardi.
Andrea Riccardi, però, prima di divenire ministro era, ed è ancora, uno storico. come ogni storico ben sa, la situazione che si sta creando in Italia non fa per nulla pensare che nel nostro paese non ci sia il razzismo e che esso non si manifesti in diverse forme in ogni luogo della società. Io non so se Riccardi abbia mai assistito ad una scena di vita quotidiana, scene in cui gli italiani inneggiano al fascismo o, in casi estremi, anche all'hitlerismo. Non so se il neo Ministro ha assistito alla puntata di giovedì sera di Servizio Pubblico in cui c'è un video che racchiude un momento di discussione, su un autobus, dove c'è una discussione tra un extracomunitaro e un cittadino del sud Italia. Quest'ultimo inneggia all'hitlerismo, parla senza capire neanche cosa stia dicendo, ma la cosa che sconvolge e che, nella sua ignoranza, crede a ciò che dice e questo rende il tutto ancora più grave.
Cambiamo luogo, cambiamo esempio, spostiamoci nel luogo più comune per gli italiani amanti del calcio, lo stadio. Dentro gli stadi, durante le partite di pallone, si sente sempre qualche coro razzista, si sono avuti casi in passato in cui il giocatore colpito da questi cori razziali ha preso il pallone e bloccato il gioco (giustamente) anche se le regole non glielo permettevano. Incredibile come le persone si lascino trasportare, inconsciamente o meno, in inni contro un giocatore. La differenza dal primo esempio è che per far partire un coro in uno stadio non bastano due o tre persone e non ne bastano neanche una ventina. Questi cori, solitamente, partono da un'intera curva, dove li ci sono almeno una cinquantina di persone. Come è possibile oggigiorno che circolino ancora queste ideologie?
Ora, focalizziamoci sugli avvenimenti recenti, uno di questi è stato quello, ormai noto a tutti, in cui una ragazzina, per coprire un rapporto con il proprio ragazzo, ha mentito ai genitori dicendo di essere stata stuprata da dei rom. Dai qui è partita una pacifica fiaccolata, sfociata nella distruzione di un campo rom, messo a fuoco da degli estremisti, con tanta foga e tanta violenza che io credo non si tratti di qualcosa a cui non prestare attenzione.
Dove voglio arrivare? E' presto detto. In Italia persiste una mentalità, che è quella del razzista, che ascolta ciò che dice la televisione, piena di soggetti immeritevoli di trovarsi in quel posto, e continuamente sottoposta a bombardamenti mediatici in cui si assistono a notizie di rom che compiono stupri o violenze. L'Italiano tende a diffidare da persone straniere, etichettandole tutte come indegne di trovarsi nel nostro territorio e inneggiando ad una forma di nazionalismo. Questo problema, purtroppo, non si ferma solo tra il ceto medio ma ha i suoi rappresentanti nella politica. Nel nostro paese c'è la Lega, che giornalmente inneggia al razzismo, parla di "terroni", si esprime in modo molto colorito nei confronti degli emigrati e si vanta parlando al "popolo padano". Chi magari sente un Bossi o un Calderoli dire certe cose tende a lasciar correre etichettando il movimento come qualcosa di anomalo. Ma se il movimento leghista fosse così isolato non avrebbe un 8-9% dei consensi. A questi vanno aggiunti gli aderenti al Movimento Sociale Italiano (MSI) che definirli fascisti è un complimento. Ma la rappresentanza politica in questo brutto capitolo non termina qui. Il fatto di considerare l'omosessualità come qualcosa da discriminare perchè "il concetto morale non lo accetta" è una forma di razzismo. Mi spiace per quelli che parlano tanto di tolleranza e poi dinanzi ad un gay lo trattano con disgusto, questo è razzismo.
Ora non si più dire che l'Italia sia un paese tollerante, io definirei il paese in uno stato molto vicino alla Germania guglielmina , dove iniziò a crearsi quella forma di nazionalismo che con il passare degli anni, degli eventi e delle mentalità ha portato un evoluzione del pensiero nazionalista, una radicazione fino a sfociare nel periodo attorno agli anni 20 e agli 30 in cui l'intolleranza alla diversità ha portato al potere il nazismo.
Troppo esagerato? Forse. Però io mi suffermerei su questo tema, sempre più radicato nella mentalità italiana e non solo. Infatti il nostro paese non è l'unico ad avere forme di razzismo molto accentuate, un tipico esempio lo si ha dai francesi, tanto polisti quanto ipocriti sul tema dell'immigrazione. La situazione politica del pre-nazismo non vedeva solo la Germania e l'Italia nelle posizioni di razzismo ma, bensì, tutta quanta l'Europa.
Ma questo è il periodo di natale, si è tutti più buoni, gli estremisti della destra mettono da parte il loro odio verso le comunità estere e si siedono attorno la tavola, magari pregano, ed accanto a loro un presepe, che rappresenta una religione, un simbolo, un nazzareno, un extracomunitario.

Nessun commento:

Posta un commento