venerdì 2 dicembre 2011

Due anni in più

Questa mattina il Corriere della sera apre la prima pagina con un'eccellente editoriale di Giampiero Dalla Zauna, in cui egli si pone un ottimo quesito: <<è veramente possibile lavorare fino a settant'anni e oltre?>>. La domanda nasce dopo che per mesi si è discusso sulla possibilità di poter alzare l'età pensionabile e di portare questa ad una soglia superiore di uno o due anni. Finalmente, da una settimana a questa parte, pare che discussione sia terminata, quando il neo primo ministro Mario Monti ha annunciato che lunedì ci saranno riforme al sistema pensionistico. L'editorialista, dunque, si domanda se con l'aumento dell'età pensionabile non ci siano delle ripercussioni troppo dure. Per rispondere a questa domanda Dalla Zauna, numeri alla mano, comincia elencando come negli ultimi anni l'età media di vita degli italiani sia aumentata in entrambi i sessi. Per la precisione, secondo le fonti del giornalista, gli uomini hanno aumentato la loro aspettativa di vita di ben 9 anni rispetto a trenta anni fa, passando da 70 a 79 anni, mentre la donna è passata dai 77 agli 84 anni, aumentando la propria aspettativa di 7 anni. Inoltre, aggiunge l'editorialista, il fatto di andare a lavorare fa in modo che il cervello rimanga più integro e sano rispetto a chi smette di lavorare. Insomma, sembra che il fatto di aumentare la pensione di due anni non sia poi così grave.
Come precisa lo stesso Dalla Zauna, non è tutto così semplice. Bisogna tener conto di molti fattori, il primo di tutti è la differenzazione tra le categorie di lavoro. Per un lavoratore intellettuale (vedi giornalisti, professori, ecc...) andare in pensione due anni più tardi non pesa, anzi, io sono convinto che in alcuni casi faccia anche piacere restare più tempo nel proprio posto di lavoro. Stesso discorso non si può dire di chi, come moltissimi italiani, soprattutto della classe medio-bassa, compie lavori usuranti, dove già un mese in più di lavoro peserà per il resto degli anni. Per questo motivo il governo deve distinguere questi due tipi di lavoro e utilizzare due fasce di pensionamento diverso.
Ora, sempre nello stesso editoriale, Dalla Zaura propone una soluzione al sistema di pensionamento, quello di portare il lavoratore in una condizione in cui superata una soglia di età si comincia ad avere una riduzione del lavoro, riducendo quindi la fatica, e dimezzare lo stipendio, che verrà integrato con una pensione minore. questo non comporta alcun costo, evita un affaticamento del lavoratore e nello stesso tempo comincia a ridurre i costi della pensione. Certo non può avere lo stesso effetto di mandare direttamente in pensione a 66 anni, ma almeno creerebbe una via di mezzo tra chi vuole un innalzamento della pensione e tra chi, come i sindacati, è ferreo sui 40 anni di lavoro.
Certo è che tra pensioni, ici, tasse e riduzione di imposte sul lavoro, riforme strutturali e modifiche ai vitalizi e alle pensioni dei parlamentari, lunedì avverà una modifica completa alle strutture del nostro paese. Le borse hanno preso bene questi annunci, la fiducia nel nuovo governo sembra essere molto alta. Le borse di tutto il mondo escono da una settimana molto positiva, la migliore degli ultimi due anni e Piazza Affari porta la maglia rosa, con aumenti del 4% e oltre. Anche il differenziale dei titoli decennali  tra BTP e Bund tedeschi (lo spread per capirci) è sceso, dai 490 dell'inizio della settimana oggi è sceso a 425.

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