Sono 316.563.222 gli euro finanziati dal Fondo Sociale
Europeo per la regione Abruzzo, fruibili nel periodo 2007/2013. Questi soldi
sono stati utilizzati solo in una minima parte e hanno fruttato davvero poco.
Conti alla mano, possiamo dire, secondo ciò che si reperisce dalle carte, che
del totale complessivo solo circa 122
milioni di euro (e spesi circa 90) sono stati veramente adoperati, con
percentuali del 38,47% di impegno ed appena il 28,41% di pagamenti su spesa
certificata. La Regolamentazione Comunitaria, che ha fornito i fondi, aveva
imposto la clausola che almeno il 41,2% di questi venissero adoperati entro il
31 dicembre 2012. Nel rapporto, quindi, si legge come l’Abruzzo «risulta la regione in assoluto
meno efficiente percentualisticamente». Non un dato incoraggiante se si pensa
alla situazione di recessione che vede colpire la regione da molti anni. Molte
sono le aziende che si stanno trasferendo o che prevedono la chiusura. Ultimi
casi quelli della Golden Lady e della Micron di Avezzano. I fondi quindi non
sono stati sfruttati adeguatamente, o meglio, non sono proprio stati sfruttati.
I fondi erano divisi in assi e il principale era quello che prevedeva la ricerca e lo “Sviluppo tecnologico innovazione e competitività”, con l’avvio di un notevole numero di progetti (384) ma che ha visto portare a termine solamente 40 di questi. Gran parte dei fondi sono stati riservati al problema della ricostruzione post terremoto, con l’avvio di 407 progetti di cui 300 andati a buon fine.
I fondi erano divisi in assi e il principale era quello che prevedeva la ricerca e lo “Sviluppo tecnologico innovazione e competitività”, con l’avvio di un notevole numero di progetti (384) ma che ha visto portare a termine solamente 40 di questi. Gran parte dei fondi sono stati riservati al problema della ricostruzione post terremoto, con l’avvio di 407 progetti di cui 300 andati a buon fine.
<<In Abruzzo l’Europa funziona malissimo.>> ha
dichiarato Carlo Costantini nei giorni scorsi, promotore di una conferenza
dedicata a questo tema, <<Pochissimo di questa montagna di soldi è stato
speso. L’incapacità e l’immobilismo di questa giunta regionale la paghiamo due
volte: oggi, perchè imprese, famiglie e tessuto sociale non hanno nelle tasche
i soldi che avrebbero potuto avere e la pagheremo domani, perché l’Europa
quello che una regione non spende oggi se lo riprende nella prossima
programmazione», ha continuato Costantini, mettendo in risalto un’ennesima occasione sprecata da parte della
regione Abruzzo per risollevarsi dalla grave crisi che l‘ha colpita.
«I dati sono impietosi e denunciano una paralisi evidente, completa e persistente, dovuta all’incapacità di una Giunta regionale che, al di là dei proclami e delle conferenze stampa, non riesce a produrre alcun intervento significativo per dare uno scossone ormai indispensabile all’economia regionale. L’Amministrazione regionale rischia di dover perdere più di 100 milioni di Euro di proprie risorse regionali e, dall’attuale comportamento della Politica e della Dirigenza apicale regionale. pare intuire che di questo rischio nessuno si renda conto o ne sia preoccupato».
«I dati sono impietosi e denunciano una paralisi evidente, completa e persistente, dovuta all’incapacità di una Giunta regionale che, al di là dei proclami e delle conferenze stampa, non riesce a produrre alcun intervento significativo per dare uno scossone ormai indispensabile all’economia regionale. L’Amministrazione regionale rischia di dover perdere più di 100 milioni di Euro di proprie risorse regionali e, dall’attuale comportamento della Politica e della Dirigenza apicale regionale. pare intuire che di questo rischio nessuno si renda conto o ne sia preoccupato».
Rapida la risposta da parte degli Assessori Febbo e Gatti.
<<Per quanto mi riguarda – spiega Febbo - l'Abruzzo al 30 novembre 2012,
quindi con netto anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2012, ha speso
oltre 4 milioni di euro in più rispetto all'obiettivo, mettendoli a disposizione
dell'agricoltura abruzzese>>. Di tutt’altro parere è l’assessore Gatti
riguardo i dati presentati da Costantini; «non voglio pensare alla malafede di
dare coscientemente numeri sbagliati, ma se si fosse informato direttamente,
senza ascoltare qualche suo collaboratore fin troppo solerte, Costantini
avrebbe evitato di fare una misera figura[…]Costantini non insulti il lavoro, i
risultati e soprattutto la speranza di una intera comunità».