Si sa, oramai il Caimano ha deciso di tornare in politica
(avevamo dubbi?) e lo ha fatto irrompendo nel vero senso della parola,nelle
nostre case attraverso tutti i mezzi di comunicazione di massa, a partire dalle
sue televisioni con le quali ha un conflitto di interessi pluridecennale.
L’unto dal Signore è passato da essere un uomo introvabile nei dibattiti
televisivi a una onnipresenza. E’ vero che le elezioni sono vicine, manca un
mese e mezzo al fatidico 24 febbraio, ma l’utilizzo che si sta facendo dei
media è quello più vicino a una dittatura più che a quello di una democrazia.
La presenza costante dell’omino nelle teleschermi risultati molto devastanti
tra cui troviamo, oltre al bombardamento mediatico, l’attrazione fisica verso
il nostro telecomando per cambiare canale.
Tornando alla realtà, (si fa per dire) ci ritroviamo davanti
al teatrino della politica in cui si assiste all’ipocrisia pura degli uomini
che ne sono parte attiva. Partiamo con ordine: dal nostro attuale Primo
Ministro Mario Monti. Il professore (così soprannominato) aveva dichiarato “non
mi ricandido ma no pronto a servire il Paese”; la sua coerenza è tale che ha
deciso di candidarsi e tornare alla carica, ovviamente con la discesa in campo
in uno schieramento che lo vede accanto a un partito di incensurati come l’UDC
e, non contento, si affianca al compagno Fini, altro grande uomo di coerenza,
che ha smarrito la lettera di dimissioni in qualche scrivania.
Monti ha parlato di rivedere l’Imu annunciando che "va
modificata e data ai Comuni” e che sia “Possibile ridurre Irpef e congelare
Iva". Facile dirlo, dopo che per 365 giorni si è parlato tanto di tasse e
poco di crescita. Inutile lanciare sassi per un intero anno e poi nascondere la
mano dando la colpa al parlamento: nel momento in cui vengono bocciate delle
riforme proposte dal governo, se si vuole fare le persone serie, si sale al
Colle e ci si dimette, non si aspetta dicembre e tanto meno non si danno
contentini ai parlamentari cambiando completamente le leggi.
Bersani, ancora incredulo sulla sua vittoria alle primarie,
sta cercando di realizzare che questa volta toccherà seriamente a loro
governare e non ci sarà un governo tecnico a salvarli. La più grande paura per
Bersani, in questo momento, è il movimento 5 stelle che, sul punto di vista
politico, sono i veri progressisti. Il
suo silenzio per giorni, a mio parere, non fa altro che giovare alla sua
posizione, poi è tornato a parlare nelle ultime ore, dicendo prima che la lista Monti "non è un bene" per poi dire che in caso di vittoria "non esclude un accordo".
Berlusconi invece, contrariamente a Bersani, purtroppo, ha
deciso di fare della televisione la sua tribuna elettorale, sparlando davanti a
pseudo-giornalisti e suggerendo loro le domande da porgere. Berlusconi le sta
provando tutte per risalire dal burrone in cui la sua coalizione è finita:
proprio oggi ha annunciato di riallacciare i legami con la Lega, dopo che per
un anno hanno giocato a fare marito e moglie, accusandosi a vicenda. Il ritorno
al “puro”, dopo gli scandali degli ultimi mesi, ha portato ai leghisti una
ventata di entusiasmo, accompagnato da dei sani insulti padani, tipici di gente
“colta”. Il teatrino del centro destra si è ora spostato sul problema del leader. Berluscuni vuole come primo ministro il suo caro Alfano, mentre la Lega preme per Tremonti (che i leghisti, è noto, hanno sempre apprezzato).
Le contraddizioni e l’ipocrisia si nutrono della politica italiana e noi italiani, da bravi cittadini, assorbiamo tutto e ci subiamo le stronzate che vengono continuamente dette da i vari politici nel nostro pentolone di bugie e falsità domestico quale è la televisione.
Le contraddizioni e l’ipocrisia si nutrono della politica italiana e noi italiani, da bravi cittadini, assorbiamo tutto e ci subiamo le stronzate che vengono continuamente dette da i vari politici nel nostro pentolone di bugie e falsità domestico quale è la televisione.
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