“E’ la commedia dell’assurdo, il trionfo del non senso. In
Val di Susa non vogliono che si realizzi un tratto di linea ferroviaria ad alta
velocità. Chi ha paura del treno? Gli indiani? No, alcuni valligiani. Come si
fa nel terzo millennio a rifiutare il passaggio di un convoglio che sfreccia a
oltre 200 chilometri orari?”
Così, questa mattina, Alessandro Sallusti apriva il suo
quotidiano, Il Giornale, con una completa ignoranza e una non curanza degli avvenimenti
che stanno accadendo nella Val Susa, un alieno sceso da Marte. In questi giorni
la Tav sta facendo parlare molto di se, di colpo, quasi per magia, un gruppo di
persone, casualmente della zona, si sono riunite dinanzi il cantiere e hanno fatto
una cosa che in un paese democratico come il nostro è intollerabile, pensate un
po’, hanno protestato. I media hanno creato intorno al movimento No Tav una
sorta di mito, facendoli passare come dei nuclei armati di brigatisti pronti ad
attaccare lo stato e a lanciare bombe, un po’ come avviene ogni volta che c’è
un movimento di protesta in questo paese, l’incidente fa notizia, un corteo di
migliaia di persone che sfilano ordinatamente e in silenzio per difendere il
proprio territorio, il proprio paese (perché c’è addirittura un paesino, San Giliano,
che verrebbe completamente cancellato da questa linea ferroviaria per fare
posto ad una ferrovia) o le proprie terre agricole, no.
Le immagini televisive
di tutti i media, le stampe, le radio, tutti che parlano sempre di questa Tav,
si concentrano sugli scontri e non parlano invece di quelle persone, che
compongono il 90% del movimento, che non alzerebbero un dito contro il prossimo
e che sono lì perché quella cosa non la vogliono.
Chi ha paura del treno, chiede Sallusti, beh ad averne paura
non è certo lui, che è di origine di Como e che non ha problemi economici in
quanto dirige giornali dal 2008, lui non rischia la disfatta dei propri
terreni, la distruzione della propria casa o la perdita del suo lavoro da
contadino, lui fa il giornalista e, si sa, i giornalisti hanno sempre contatto
con la gente. Sembra essere una questione politica quella della Tav, il
quotidiano di Sallusti apriva, oggi, con un titolo in prima pagina che diceva “Minacce
e violenze cercano la guerra”, e si, perché insultare e tirare un pugno ad un
giornalista sono dichiarazioni di guerra, ma per piacere. Non voglio
assolutamente giustificare le azioni compiute da queste “pecorelle” nere, che
non fan altro che rovinare la reputazione del movimento pacifico, ma dichiarare
guerra è un’altra cosa. Le azioni di violenza maggiore sono state compiute
dalla polizia, sparando lacrimogeni ad altezza uomo (e quelli fanno male più
delle pietre) e rompendo la testa anche ad una signora. Nessun quotidiano ha parlato
di repressione sanguinosa da parte delle forze dell’ordine, semplicemente perché
non si tratta ne di guerriglia, ne di repressione, ne di resistenza armata. Si
tratta semplicemente di un movimento, uno di quelli che si vede spesso sfilare
a Roma.
Incredibile come anche l’altro giornale di papà (o papi)
Berlusconi attacchi il movimento No Tav con l’apertura del proprio giornale,
con Facci che scrive:
“Nel vedere quella scena non mi sovviene Pasolini, mi sovviene la voglia di prendere a calci nel culo quello sfigato – vero – che appartiene della stessa razza di bastardi che ieri ha picchiato e derubato una troupe del Corriere. E se avessi incontrato chi ha imbrattato l’ingresso di Libero e scritto «giornalisti assassini», aggiungo, forse non avrei mantenuto un atteggiamento «responsabile » teso a «isolare» eccetera: anche perché isolati, ormai, stiamo diventando noi tutti, noi normali. Lo dico: potrei violare la legge e adeguarmi – à la guerre comme à la guerre – e sarei irresponsabile, e sarebbe colpa mia, ma anche di chi in galera, quelli, non ce li ha messi prima. Lo dico da sincero democratico: basta con questi stronzi.”
“Nel vedere quella scena non mi sovviene Pasolini, mi sovviene la voglia di prendere a calci nel culo quello sfigato – vero – che appartiene della stessa razza di bastardi che ieri ha picchiato e derubato una troupe del Corriere. E se avessi incontrato chi ha imbrattato l’ingresso di Libero e scritto «giornalisti assassini», aggiungo, forse non avrei mantenuto un atteggiamento «responsabile » teso a «isolare» eccetera: anche perché isolati, ormai, stiamo diventando noi tutti, noi normali. Lo dico: potrei violare la legge e adeguarmi – à la guerre comme à la guerre – e sarei irresponsabile, e sarebbe colpa mia, ma anche di chi in galera, quelli, non ce li ha messi prima. Lo dico da sincero democratico: basta con questi stronzi.”
Questo è la vera faccia dei No Tav |
Ringraziando il cielo che Facci non sia Ministro dell’Interno,
vorrei semplicemente rendermi conto delle stronzante che scrive e del fango che
getta. Facci confonde notevolmente la scrittura, la denuncia, l’insulto, l’aggressione,
con reati ben più gravi come l’omicidio o concorso esterno in associazione
mafiosa. In Val Susa non si vuole uccidere nessuno, non si vuol fare male a
nessuno, è facile per la stampa fare di un filo d’erba un fascio,
generalizzando sull’aggressione al gruppo del Corriere.tv e trasformando tutto
il movimento che, ripeto, è composto dal 90% di persone che non farebbero male
ad una mosca, ma che viene classificato come un nucleo terroristico. Caro
Facci, il giornalista può uccidere e la parola di un giornalista noto può
uccidere più persone di un singolo pazzo con un fucile, quello della stampa è
un potere forte, temuto ma che sapete ben sfruttare per trasformare qualsiasi
cosa, plagiandola e riportando solo ciò che conviene. Fare certe denunce senza parlare
dei costi della Tav, dei detriti che verranno rimossi per la costruzione della
galleria, degli ettari ed ettari di terra distrutti, cementificati, di case e
villaggi che verranno abbattuti per consentire il transito di treni merci.
Caro Facci, qui a fare più danni siete solo voi finti
giornalisti che date informazioni incomplete e che provocate a viso aperto chi
lì, su quelle terre, ci ha speso la vita e che punta di farci vivere i propri
figli, caro Facci, caro Sallusti, e per colpa di giornalisti come voi che ci
sono persone che si arrampicano su pali dell’alta tensione per cercare un po’ di
attenzione, è per colpa di giornalisti come voi che i poliziotti e tutte le
forze dell’ordine sono prese di mira, non in quanto persone ma in quanto
rappresentanti di un mondo che tende ad ignorare i problemi sociali. I
poliziotti sono vittime, non carnefici, così come lo sono i protestanti di ogni
parte di questo paese, i veri carnefici, i veri conquistador siete voi organi.
Nei film Western gli indiani erano etichettati come malvagi,
come quelli che attentavano alla salute dell’uomo bianco, ma la realtà è
proprio l’opposta, gli indiani furono cacciati, sterminati ed infine confinati
dagli americani. Bene, anche qui sta accadendo la stessa cosa, si fa passare
per criminali le persone sbagliate e l’opinione pubblica, come tutte quelle che
si rispettano, abboccano.
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